Lo spazio vuoto
Posso prendere un qualsiasi spazio vuoto e chiamarlo palcoscenico vuoto. Un uomo attraversa questo spazio vuoto mentre qualcun altro lo guarda e questo è tutto ciò di cui ho bisogno perché si inizi un atto teatrale
Peter Brook
Durante le prove del monologo “Le parole di Drina” nel 2021 ho vissuto un’esperienza unica che mi ha cambiato totalmente il modo di stare in scena. Una volta tolti gli oggetti che utilizzavamo prima del lockdown, dopo un anno circa, mi sono ritrovata a lavorare lo stesso testo senza alcuna scenografia a tu per tu con lo spazio vuoto. La scelta di Claudio veniva proprio da quell’esperienza del covid che ci ha costretti a stare in casa e che ha creato un vuoto fuori e dentro di noi. In quel vuoto scenico pareva esserci una sorta di eco che trasformavano le mie parole e le rendevano straniere a me stessa.
Secondo Brook di cui ho riportato una bellissima citazione sopra, “anche quando uno ha alle spalle una vasta esperienza di recitazione, ogni volta che ricomincia a lavorare, il timore del vuoto dentro di sé e del vuoto nello spazio riappare.” E’ quello che mi è successo. Il terrore di riempire lo spazio con qualcosa di non ben definito, mi faceva sentire inadeguata… mi mancava la poltrona e gli oggetti che usavo, il giradischi e il tappeto….e così mi spesso vagavo, cercando di riempirlo per avere qualcosa da fare o da dire e tutto appariva scoordinato senza organicità e senza senso. Perché il non sapere cosa fare in scena spaventa. Ma soltanto con una grande fiducia si può stare nello spazio senza fare qualcosa necessariamente. Semplicemente stare. E quando leggo sempre le parole di Brook che “una gran parte delle nostre manifestazioni eccessive o superflue nasce dal terrore che, se non segnaliamo continuamente la nostra esistenza, in realtà non ci saremo più”, io mi riconosco. Sempre quel maledetto bisogno di farsi notare altrimenti non esisti. Ma quanti danni fanno i nostri pensieri, preconcetti, le nostre idee, il nostro eccessivo ragionamento? Perché non fidarsi e rischiare? Andare oltre? Quando siamo troppo intelligenti in scena la vita subito scompare. Più libero lo spazio dentro di me, più autentico sarà il mio atto creativo che andrà a riempire lo spazio vuoto. Ma per questo occorre rischiare, essere elastici e soprattutto coraggiosi.
Ed è questa, secondo Brook, l’abilità più grande: “quella di riconoscere di poter essere totalmente lì, nello spazio vuoto, apparentemente senza fare niente”.
Durante le prove del monologo, Claudio mi ha aiutata passo passo ad entrare, nel vero senso della parola, nello spazio vuoto con tutto il mio corpo, la bellezza e l’incisività di ogni movimento di esso, delle mani, delle singole dita, delle gambe, delle ginocchia, dei miei passi e del mio respiro, con la fiducia che rischiando avrei trovato delle possibilità, che con il mio corpo e il mio sguardo avrei ricreato luoghi e personaggi del mio racconto. Da quel momento non sono mai più stata da sola e non ho avuto più paura.
Oggi mi approccio al lavoro in maniera diversa, forse ancora un po' sbagliata ma più autentica.
La vera sfida dell’attore è trovare uno scopo autentico, non il successo, ossia il cercare qualcosa che possa emozionare il pubblico e alzare il suo livello di interesse per non farlo annoiare, ma “sollevare intimi significati” senza cercare di piacere ad ogni costo (Cit.).
Non sono ancora arrivata a questa sfida ma …ci sto lavorando!
Attrice
ULTIME RAPPRESENTAZIONI
-
Da luglio 2021 a oggi Le parole di Drina, Produzione Comteatro, rappresentato in diversi teatri di Italia tra i quali spicca il teatro degli Impavidi a Sarzana (dicembre 2022-marzo 2023), il teatro Litta /SalaCavallerizza di Milano (dal 24 al 27 gennaio 2023) anche in occasione della giornata della memoria, il teatro Farinelli a Este (Pavia, marzo 2024), teatro a Lecco (novembre 2023)
-
D’Amore e D’Onore, produzione Comteatro, di e con Laura Laterza, Riccardo Dell’Orfano, Cinzia Brogliato, regia Claudio Orlandini (maggio e novembre 2023)
-
Vajonts 23, mise en espace, riadattamento di Laura Laterza e Riccardo Dell’Orfano del testo di Marco Paolini (Corsico, novembre 2023), iniziativa lanciata dallo stesso Marco Paolini a cui hanno aderito più di 150 teatri in tutta Italia;
-
Teste tonde e teste a punta ovvero ricco e ricco van d’accordo di B. Brecht, (Produzione Comteatro). Regia di Claudio Orlandini. Lo spettacolo è stato rappresentato per oltre 20 anni in diversi teatri in tutta Italia e in Svizzera; in particolare spicca nell’ottobre 2013 la partecipazione al 15° Festival Internazionale di Teatro a L’Avana (Cuba);
-
In bilico, Produzione Controscena, monologo teatrale scritto e intepretato da Laura Laterza, rappresentato per oltre 2 anni (tra il 2003 e il 2005) in vari teatri di Milano e hinterland oltre che nelle Marche;
-
Brecht Concert, produzione Comteatro. Corsico. (maggio 2002)
-
Un tram chiamato desiderio, produzione Comteatro. (Corsico, Maggio 2001);
-
Fantasmanapoli, liberamente tratto da Questi fantasmi di E. De Filippo. Produzione Comteatro. Lo spettacolo è stato rappresentato più volte tra il 1999 e il 2001;
-
Phenomenon, regia di Anna Bakia. (Orvieto, Agosto 1999)
-
Lo zoo di vetro di T. Williams. Quelli di Grock. (Milano, Giugno 1998)
Attrice
Lo spazio vuoto
Posso prendere un qualsiasi spazio vuoto e chiamarlo palcoscenico vuoto. Un uomo attraversa questo spazio vuoto mentre qualcun altro lo guarda e questo è tutto ciò di cui ho bisogno perché si inizi un atto teatrale
Peter Brook
Durante le prove del monologo “Le parole di Drina” nel 2021 ho vissuto un’esperienza unica che mi ha cambiato totalmente il modo di stare in scena. Una volta tolti gli oggetti che utilizzavamo prima del lockdown, dopo un anno circa, mi sono ritrovata a lavorare lo stesso testo senza alcuna scenografia a tu per tu con lo spazio vuoto. La scelta di Claudio veniva proprio da quell’esperienza del covid che ci ha costretti a stare in casa e che ha creato un vuoto fuori e dentro di noi. In quel vuoto scenico pareva esserci una sorta di eco che trasformavano le mie parole e le rendevano straniere a me stessa.
Secondo Brook di cui ho riportato una bellissima citazione sopra, “anche quando uno ha alle spalle una vasta esperienza di recitazione, ogni volta che ricomincia a lavorare, il timore del vuoto dentro di sé e del vuoto nello spazio riappare.” E’ quello che mi è successo. Il terrore di riempire lo spazio con qualcosa di non ben definito, mi faceva sentire inadeguata… mi mancava la poltrona e gli oggetti che usavo, il giradischi e il tappeto….e così mi spesso vagavo, cercando di riempirlo per avere qualcosa da fare o da dire e tutto appariva scoordinato senza organicità e senza senso. Perché il non sapere cosa fare in scena spaventa. Ma soltanto con una grande fiducia si può stare nello spazio senza fare qualcosa necessariamente. Semplicemente stare. E quando leggo sempre le parole di Brook che “una gran parte delle nostre manifestazioni eccessive o superflue nasce dal terrore che, se non segnaliamo continuamente la nostra esistenza, in realtà non ci saremo più”, io mi riconosco. Sempre quel maledetto bisogno di farsi notare altrimenti non esisti. Ma quanti danni fanno i nostri pensieri, preconcetti, le nostre idee, il nostro eccessivo ragionamento? Perché non fidarsi e rischiare? Andare oltre? Quando siamo troppo intelligenti in scena la vita subito scompare. Più libero lo spazio dentro di me, più autentico sarà il mio atto creativo che andrà a riempire lo spazio vuoto. Ma per questo occorre rischiare, essere elastici e soprattutto coraggiosi.
Ed è questa, secondo Brook, l’abilità più grande: “quella di riconoscere di poter essere totalmente lì, nello spazio vuoto, apparentemente senza fare niente”.
Durante le prove del monologo, Claudio mi ha aiutata passo passo ad entrare, nel vero senso della parola, nello spazio vuoto con tutto il mio corpo, la bellezza e l’incisività di ogni movimento di esso, delle mani, delle singole dita, delle gambe, delle ginocchia, dei miei passi e del mio respiro, con la fiducia che rischiando avrei trovato delle possibilità, che con il mio corpo e il mio sguardo avrei ricreato luoghi e personaggi del mio racconto. Da quel momento non sono mai più stata da sola e non ho avuto più paura.
Oggi mi approccio al lavoro in maniera diversa, forse ancora un po' sbagliata ma più autentica.
La vera sfida dell’attore è trovare uno scopo autentico, non il successo, ossia il cercare qualcosa che possa emozionare il pubblico e alzare il suo livello di interesse per non farlo annoiare, ma “sollevare intimi significati” senza cercare di piacere ad ogni costo (Cit.).
Non sono ancora arrivata a questa sfida ma …ci sto lavorando!
ULTIME RAPPRESENTAZIONI
-
Da luglio 2021 a oggi Le parole di Drina, Produzione Comteatro, rappresentato in diversi teatri di Italia tra i quali spicca il teatro degli Impavidi a Sarzana (dicembre 2022-marzo 2023), il teatro Litta /SalaCavallerizza di Milano (dal 24 al 27 gennaio 2023) anche in occasione della giornata della memoria, il teatro …. a Este (PD), (marzo 2024), teatro a Lecco (novembre 2023)
-
D’Amore e D’Onore, produzione Comteatro, di e con Laura Laterza, Riccardo Dell’Orfano, Cinzia Brogliato, regia Claudio Orlandini (maggio e novembre 2023)
-
Vajonts 23, mise en espace, riadattamento di Laura Laterza e Riccardo Dell’Orfano del testo di Marco Paolini (Corsico, novembre 2003), iniziativa lanciata dallo stesso Marco Paolini a cui hanno aderito più di 150 teatri in tutta Italia;
-
Teste tonde e teste a punta ovvero ricco e ricco van d’accordo di B. Brecht, (Produzione Comteatro). Regia di Claudio Orlandini. Lo spettacolo è stato rappresentato per oltre 20 anni in diversi teatri in tutta Italia e in Svizzera; in particolare spicca nell’ottobre 2013 la partecipazione al 15° Festival Internazionale di Teatro a L’Avana (Cuba);
-
In bilico, Produzione Controscena, monologo teatrale scritto e intepretato da Laura Laterza, rappresentato per oltre 2 anni (tra il 2003 e il 2005) in vari teatri di Milano e hinterland oltre che nelle Marche;
-
Brecht Concert, produzione Comteatro. Corsico (maggio 2002)
-
Un tram chiamato desiderio, produzione Comteatro. (Corsico. Maggio 2001);
-
Fantasmanapoli, liberamente tratto da Questi fantasmi di E. De Filippo. Produzione Comteatro. Lo spettacolo è stato rappresentato più volte tra il 1999 e il 2001;
-
Phenomenon, regia di Anna Bakia. Orvieto. (Agosto 1999)
-
Lo zoo di vetro di T. Williams. Quelli di Grock. Milano. Giugno 1998